Il lavoro del consulente sta diventando sempre più difficile di anno in anno. Più infatti il cliente è informato sul mondo finanziario, e più vuole gestirsi in autonomia i propri soldi
Il 58% degli intervistati preferisce non avvalersi di un consulente per la gestione del proprio patrimonio. O meglio lascia all’advisor solo il 24%
Questi soggetti hanno però un’ampia e concreta conoscenza del mondo finanziario. E non hanno intenzione di concedere maggior spazio al consulente
I clienti private raramente consegnano tutto il loro patrimonio al proprio consulente. Ad alcuni investitori piace infatti mantenere una fatta di controllo sul proprio denaro. SpectremGroup nel report “relazione con i consulenti: come sviluppare la lealtà” analizza proprio questo fenomeno. E cosa comporta per i consulenti.
Molto spesso gli advisor pensano di avere un’idea della relazione che hanno con i propri clienti in base alle masse che gli gestiscono. Attenzione però perché la lealtà verso un consulente non si traduce sempre in più affari. La parola chiave è infatti soddisfazione. Se i consulenti vogliono più lavoro, devono guadagnarselo. E infatti esiste una correlazione tra una maggior quantità di risorse date in gestione al consulente e l’essere soddisfatti di come ha lavorato sul proprio portafoglio l’advisor.
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Stando ai dati dello studio tra gli investitori che hanno un consulente finanziario, la percentuale medie di attività trasferita nella gestione è del 66,29%. E dunque un 30% resta saldamente nelle mani degli stessi investitori. La percentuale non gestita dal consulente varia molto a secondo che il cliente abbia o meno una conoscenza avanzata del mercato finanziario. I soggetti che hanno infatti affermato di avere una scarsa infarinatura del mondo della finanza, hanno dato in mano al consulente più del 55% del loro patrimonio. Mentre i clienti che sono molto competenti, generalmente, mantengono il controllo del 71,7% delle loro attività. In gestione viene dato dunque solo un 24%.
Chi sceglie di gestirsi la maggior parte del proprio patrimonio da solo, sostiene che dare il tutto in mano ad un consulente non è una scelta valida. E soprattutto che non ha intenzione di cambiare la propria allocazione nel futuro.
Il 37% che invece preferisce dare in gestione al consulente la maggior parte del suo patrimonio, si dice soddisfatto anche dal punto di vista dei rendimenti e dunque non trova motivo per cambiare allocazione o per gestirsi in autonomia il tutto.
Il 58% degli intervistati preferisce non avvalersi di un consulente per la gestione del proprio patrimonio. O meglio lascia all’advisor solo il 24%Questi soggetti hanno però un’ampia e concreta conoscenza del mondo finanziario. E non hanno intenzione di concedere maggior spazio al consulente
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