Stati Uniti: recessione sì o no nel 2024? Tre motivi dettano la risposta
Gli Stati Uniti sono riusciti a evitare la recessione per tutto il 2023, riusciranno a sfuggirle anche nel nuovo anno? Guardare all’ultima grande crisi del 2008 potrebbe essere utile, osservando le similitudini ma, soprattutto, le differenze
All’inizio del 2023 le scommesse erano tutte su una imminente recessione negli Stati Uniti, con oltre l’85% degli economisti che l’avevano prevista prima della fine dell’anno e, nel frattempo, il termine recessione era diventano un trend costante su Google. Eppure il mercato ha deciso nuovamente di sorprendere. Ora, appena entrati nel 2024, la recessione deve ancora materializzarsi e sembra che le opportunità di un atterraggio morbido siano sempre più alte.
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L’economia statunitense si è dimostrata ben più resiliente del previsto, grazie ai consumi e al mercato del lavoro che si sono mantenuti in forze e, nonostante l’indice dei prezzi al consumo a dicembre si è rialzato al 3,4% annuo, rispetto al 3,1% di novembre, sembrerebbe che la Federal Reserve sia stata in grado di contenere l’inflazione grazie al rapido aumento dei tassi di interesse.
Come gli Stati Uniti hanno evitato la recessione nel 2023, Capital Group ha selezionato tre motivi che potrebbero supportare l’idea che questo potrebbe accadere anche nel 2024, trattandosi di una situazione molto diversa rispetto a quella in cui gli Stati Uniti erano caduti nel 2008.
Le Magnifiche Sette non imploderanno
Il 2023 ha visto dominare le Magnifiche Sette (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) con performance da capogiro. Basti pensare che le azioni di Nvidia e Meta sono tra i titoli più performanti dell’indice S&P 500 nel 2023, con Tesla e Amazon tra i migliori venti e i sette titoli insieme che rappresentano circa il 28% dell’indice. L’ascesa di questi titoli è stata spesso paragonata agli eccessi dell’era delle dot-com a fine anni novanta, eppure ci sono importanti differenze che dovrebbero tranquillizzare gli investitori.
“Nel 2000, le aziende erano sopravvalutate in misura molto maggiore di quanto non lo siano ora i leader di mercato”, afferma Mark Casey, gestore di portafoglio azionario di Capital Group. “Al culmine della bolla di Internet c’era un sacco di fuffa, che è implosa. Questa volta, c’è molta meno fuffa e la maggior parte delle azioni mega-cap è costituita da investimenti legittimi”.
Non ci sono dubbi sul fatto che le azioni delle Magnifiche Sette possano apparire costose, ma le valutazioni elevate sono supportare da utili e flussi di cassa molto interessanti che giustificano la loro posizione di leader del mercato.
Da crisi delle banche a problema di breve durata
Quella che a marzo 2023 sembrava una crisi bancaria, che si temeva potesse essere sistemica, si è invece risolta molto rapidamente. Più che di un vero problema di credito, si è trattato di un problema di tassi di interesse, risultato di cicli di rialzo incredibilmente rapidi.
La crisi bancaria del 2008 aveva preparato le autorità di regolamentazione che, proprio per questo, sono state in grado di agire velocemente a marzo 2023. Infatti, “i fornitori di liquidità hanno tirato un enorme sospiro di sollievo quando la Federal Deposit Insurance Corporation ha ricordato agli investitori nervosi che i depositanti non avrebbero subito perdite”, spiega Will Robbins, gestore di portafoglio di Capital Group.
Un nuovo mercato immobiliare
Anche il mercato immobiliare si trova ora in una posizione molto diversa rispetto a dove si trovava nel 2008: se 14 anni fa negli Stati Uniti vi era un’offerta eccessiva di alloggi, oggi la situazione è opposta. “Abbiamo costruito troppo poco per molti anni, tanto che quando è scoppiato il COVID il mercato immobiliare era piuttosto contratto”, sottolinea l’esperto.
Un atterraggio morbido è possibile?
Il consiglio degli esperti per capire se Gli States riusciranno o meno a evitare la recessione, è quello di analizzare il Purchasing Managers Index (Pmi), che calcola la misura in cui l’attività industriale è scesa di pari passo con la recessione negli ultimi tre decenni: “Un numero inferiore a 50 indica una contrazione dell’attività manifatturiera, mentre un numero superiore a 50 rappresenta un’espansione. L’attuale PMI (al 30 dicembre 2023) era di 47,4. L’ultima volta che ha toccato i minimi, intorno al 45, senza che si innescasse una recessione è stato a giugno del 1995”.
Non ci sono dubbi che, rispetto al passato, le condizioni economiche statunitensi oggi appaiono ben più solide, ma questo non significa che il 2024 non porterà con sé nuove soprese. In una simile situazione, mantenere portafogli diversificati e ben bilanciati potrebbe aiutare gli investitori a lungo termine a rimanere in equilibrio anche durante diversi cicli economici.


