- L’aumento dei prezzi delle materie prime ha favorito esportatori di petrolio come Nigeria e Angola o produttori di rame come lo Zambia, mentre il Fondo monetario internazionale aiutava economie in difficoltà come lo Sri Lanka
- Obbligazioni argentine tra le più performanti, con un guadagno del 39% su base annua. Ma anche le obbligazioni in dollari di Sri Lanka, Ghana e Zambia hanno registrato rendimenti a due cifre quest’anno
Le obbligazioni emesse da alcuni dei paesi più poveri al mondo hanno registrato tra le migliori performance sui mercati del debito sovrano quest’anno, battendo anche i Treasury Usa. Nel dettaglio, i bond dei mercati emergenti denominati in valuta estera – principalmente in dollari – con un rating “junk” di tripla B o inferiore hanno garantito agli investitori un rendimento totale del 4,9% a fronte di una perdita del 3,3% per un indice di titoli del Tesoro statunitensi.
Secondo un’analisi del Financial Times, l’aumento dei prezzi delle materie prime ha favorito paesi esportatori di petrolio come Nigeria e Angola o produttori di rame come lo Zambia, mentre il Fondo monetario internazionale aiutava economie in difficoltà o in default come lo Sri Lanka. “I mercati emergenti hanno fatto molto meglio di quanto ci si potesse aspettare”, ha dichiarato al quotidiano economico-finanziario britannico David Hauner, head of global emerging markets fixed income strategy di Bank of America. “Chiaramente la componente creditizia delle obbligazioni sovrane ha retto bene perché i fondamentali sono migliorati”, ha aggiunto, riferendosi al premio che gli investitori chiedono per detenere debito più rischioso rispetto ai Treasury Usa.

Fonte: Financial Times
Dati JpMorgan mostrano come quest’anno gli investitori abbiano ritirato circa 12 miliardi di dollari dai fondi di debito dei mercati emergenti alla ricerca di rendimenti altrove, per esempio nei fondi di debito high yield a stelle e strisce, che hanno riportato afflussi netti per 2 miliardi di dollari. Ma c’è chi crede che questi deflussi siano destinati a un cambio di rotta, specie se le prospettive per le società statunitensi peggioreranno. “Il ritorno dei capitali verso i mercati emergenti dovrebbero sostenere l’asset class. Al contrario, la marea che ha sollevato il mercato statunitense dei titoli high yield è in esaurimento”, dice Grant Webster, co-head of emerging market and sovereign FX di Ninety One.
Mercati emergenti: le obbligazioni più performanti
L’analisi paese per paese vede le obbligazioni argentine tra le più performanti, con un guadagno del 39% su base annua. Ma anche le obbligazioni in dollari di Sri Lanka, Ghana e Zambia hanno registrato rendimenti a due cifre quest’anno. “I paesi più fragili tra i mercati emergenti stanno diventando meno fragili”, osserva Paul Greer, emerging markets debt portfolio manager di Fidelity International. “Questo è dovuto in gran parte alle riforme e ai cambiamenti delle politiche interne”, spiega. Ma anche al sopracitato sostegno del Fondo monetario internazionale, che ha contribuito a ridurre le probabilità di ulteriori default quest’anno. È il caso per esempio dell’Egitto, che ha ricevuto un pacchetto di prestiti da 8 miliardi di dollari dall’Fmi oltre a 35 miliardi di dollari dagli Emirati Arabi Uniti. Oppure del Pakistan, che lo scorso mese ha incassato l’ultima tranche da 1,1 miliardi di dollari del piano di salvataggio da 3 miliardi messo in campo sempre dall’Fmi.
Egitto, Pakistan e Kenya “non sono più considerati ad alto rischio di default”, ha dichiarato Kevin Daly, investiment director di Abrdn. Fatte queste premesse, la performance delle obbligazioni high yield di alcuni mercati emergenti ha contribuito a far salire dell’1,4% il più ampio indice di obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in valuta estera di JpMorgan. Un dato che si confronta con un calo del 3% per un indice di obbligazioni high yield globali. Intanto, l’indice dei mercati emergenti in valuta locale di JpMorgan è sceso del 2,2% nello stesso periodo, con Cile, Turchia e Thailandia che hanno incassato le peggiori performance.

