Dalla pandemia alle recessioni, attenzione a chi “prevede” il futuro
Tutti gli investitori vorrebbero una sfera di cristallo per sapere con esattezza cosa succederà al mercato nei prossimi mesi, ma è veramente possibile avere previsioni precise? Secondo gli esperti di Legal & General la risposta è no, basti pensare che anche il Fondo Monetario Internazionale è spesso in difficoltà nel fare previsioni accurate
Uno shock economico intrinsecamente e anormalmente imprevedibile, così è stata spesso descritta la pandemia che ha bloccato il mondo per quasi due anni. Ma si tratta veramente di una anomalia?
La realtà è che prevedere cosa accadrà al mercato, anche solo nel breve termine, è veramente molto complicato e lo sa bene il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Basti pensare che nei trent’anni in cui è stato pubblicato il World Economic Outlook, che ha proprio il compito di prevedere cosa accadrà al mercato nei successivi dodici mesi, questo ha riconosciuto con anticipo solo 12 recessioni su 236, ovvero con una percentuale di successo solo del 5%, non un dato molto rassicurante. Certo, i membri del Fmi sono stati molto bravi a riconoscere le recessioni già in atto, ma non si tratta di una vera e propria previsione.
Allo stesso tempo una pandemia non è una recessione, è un evento molto più raro e, soprattutto, con pochi segnali che la possano anticipare.
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Tutti gli investitori sognano di avere una sfera di cristallo per sapere con certezza i rendimenti dei loro investimenti o evitare i Paesi che stanno per cadere in recessione. Tuttavia, se anche il principale organismo economico internazionale, con uno staff di oltre tre mila persone fa molta fatica, è irrealistico pensare che una singola persona sia in grado di farlo. La realtà e che, secondo Christopher Jeffrey, Head of Inflation and Rates Strategy di Legal & General Investment Management, “i macroeconomisti svolgono un lavoro incredibilmente prezioso analizzando le strutture economiche, calibrando l’impatto degli shock e valutando le conseguenze delle scelte politiche”. Le previsioni sono quindi solo uno dei loro risultati, ma spesso quello considerato più importanti.
Quando si parla di strategie di investimento, il rischio non è mai zero, gli imprevisti possono capitare in ogni momento. Chiunque pensa di aver trovato la sfera di cristallo in grado di prevedere ogni sali e scende del mercato dovrebbe fermarsi e pensarci due volte.
Ma quindi come entrare nel mercato senza lo stress continuo di possibili venti contrari? Secondo l’esperto il mantra da ripetersi è sempre e solo uno: preparare, non prevedere.
“Non intendiamo dire letteralmente che tutte le previsioni sono infruttuose, ma riconosciamo quanto sia difficile azzeccarle e la strategia di investimento non dovrebbe quindi attribuire un peso eccessivo alle singole previsioni”.


