Tutte le aziende, comprese le pmi con un consumo energetico annuo superiore a 85 TJ, saranno tenute a dotarsi di un sistema di gestione dell’energia
Simson: “Un quadro europeo più solido nell’efficienza energetica potrà essere anche un importante motore per la competitività”
Nuove regole in arrivo sull’energia. Come annunciato in una nota dalla Commissione europea, Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un’intesa che rafforzerà la direttiva sull’efficienza energetica, introducendo anche un processo di audit per le aziende più energivore. Uno strumento, secondo il braccio esecutivo dell’Ue, che consentirà di stimolare il risparmio energetico in settori di uso finale come l’edilizia, l’industria e i trasporti. Contribuendo, in definitiva, anche a rafforzare la competitività del tessuto imprenditoriale comunitario.
L’accordo prevede un nuovo obiettivo di riduzione dei consumi al 2030 dell’11,7%, imponendo agli Stati membri di concorrere collettivamente a una riduzione supplementare del consumo di energia finale e primaria rispetto alle previsioni di consumo del 2020. Dal 2024 al 2030 i singoli paesi dovranno registrare annualmente nuovi risparmi in media dell’1,49% del consumo di energia finale rispetto al livello attuale dello 0,8% per poi raggiungere l’1,9% entro la fine del decennio. Per il settore pubblico, in particolare, l’intesa prevede un nuovo obiettivo annuale dell’1,9% di abbassamento del consumo energetico.
Cosa cambia per le aziende
Anche alle imprese viene richiesto un maggior impegno sotto il profilo energetico. Tutte le aziende, comprese le pmi con un consumo energetico annuo superiore a 85 TJ, saranno tenute infatti a dotarsi di un sistema di gestione dell’energia. In caso contrario, se il loro consumo energetico annuo supera i 10 TJ, saranno sottoposte a un audit energetico (o “diagnosi energetica”, vale a dire una valutazione sistematica, documentata e periodica della loro efficienza energetica, volta a fotografarne i consumi energetici reali). Quanto invece ai data center, per la prima volta sarà avviato un sistema di comunicazione delle prestazioni energetiche.
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Le novità sui prestiti verdi
L’accordo provvisorio – che è stato accolto con favore dalla Commissione europea e dovrà ora essere adottato ufficialmente dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima che la nuova legislazione possa essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore – punta a rafforzare anche le regole sul finanziamento dell’efficienza energetica per favorire nuovi investimenti. Gli Stati membri dovranno infatti incoraggiare regimi di finanziamento innovativi e prestiti verdi per l’efficienza energetica, “garantendone un’offerta ampia e non discriminatoria da parte degli istituti finanziari”, precisa la Commissione. Inoltre, dovranno fornire informazioni in merito al volume degli investimenti su questo fronte.
“Il risparmio energetico è un passo fondamentale per salvare il pianeta”, ha dichiarato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, in occasione del raggiungimento dell’accordo provvisorio. “Negli ultimi mesi gli europei hanno dimostrato di essere pronti e capaci di affrontare questa sfida e la nostra industria ha dimostrato di essere in grado di ottimizzare i consumi energetici e i processi di produzione. Dobbiamo ora integrare l’efficienza energetica in modo più sistemico nella nostra società. La direttiva riveduta ci aiuta in questo senso”, ha aggiunto. Secondo Kadri Simson, commissaria per l’energia, un quadro europeo “più solido nell’efficienza energetica” potrà essere anche “un importante motore per la competitività” e “rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento”.
Ricordiamo che le nuove regole rientrano nel pacchetto “Pronti per il 55%” presentato nel 2021 dalla Commissione europea e volto a raggiungere una contrazione delle emissioni nette di gas a effetto serra a livello unionale di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’efficienza energetica guida anche il piano REPowerEu, la risposta europea alle perturbazioni del mercato mondiale dell’energia innescate dalla guerra russo-ucraina, che punta ad azzerare la dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi.

