Caccia sui mercati al rendimento
Salendo nella scala di rischiosità dei bond, i risultati del terzo trimestre mostrano guadagni più elevati. “Gli spread si sono ridotti e nella maggior parte dei casi sono in linea o al di sotto della media storica – si legge in una nota di Vincent Chaigneau, capo della ricerca di Generali Investments – Tuttavia, la caccia allo yield è ancora viva e la ripresa potrebbe supportare gli acquisti sul mercato del credito. Dal punto di vista tecnico, le condizioni ci sono: le emissioni dovrebbero rallentare di qui alla fine dell’anno e la Bce rimane un’acquirente di titoli di debito. I default stanno aumentando, ma non dovrebbero raggiungere il picco della grande crisi finanziaria”.
La trappola sui mercati dei rendimenti ai minimi
Se nello spazio delle obbligazioni più redditizie è necessario muoversi con attenzione; in quello dei titoli meno rischiosi bisogna fare i conti con rendimenti minimi o negativi. Il problema si pone in particolare per i pensionati e chi è vicino al ritiro dalla vita lavorativa, perché viene a mancare una fonte di guadagno quasi sicura, che è quella dei titoli di Stato con rating più elevato. Il problema rischia di perpetrarsi per molti anni.
“I bassi tassi di interesse condizionano il ritorno potenziale di un portafoglio con una prevalente componente di reddito fisso e monetaria – afferma Christine Benz, direttore della finanza personale di Morningstar – E continueranno a farlo almeno per il prossimo decennio”. Questo ha implicazioni anche su quando una persona potrà ritirarsi dal lavoro (al di là dei vincoli imposti dalla legge). Dato che la pensione pubblica sarà sempre meno in grado di garantire una vita dignitosa, gli individui avranno la necessità di trovare fonti alternative. Ma in età avanzata è sconsigliato assumersi rischi eccessivi sui mercati finanziari, perché possono passare molti anni prima di raggiungere gli obiettivi di rendimento. Di conseguenza, è preferibile assumere meno pericoli al prezzo di ritorni più contenuti.
I tassi bassi esistevano già prima della pandemia, ma probabilmente il covid-19 ha accelerato alcune dinamiche, inclusa la difficoltà di trovare “porti sicuri” che offrano rendimenti adeguati alle esigenze patrimoniali e personali.

