In Europa le banche italiane sono pioniere nell’utilizzo della blockchain, grazie al progetto Spunta che coinvolge circa 100 istituti. Le opportunità di questa tecnologia sono molte, ma non mancano i rischi
La Rome Business School ha pubblicato la ricerca “Il sistema bancario italiano e le nuove sfide della Blockchain e delle Crypto valute: rischi e opportunità”
Il sistema bancario italiano usa la tecnologia blockchain già dal 2020, ad oggi sono circa 100 gli istituti bancari ad utilizzarla tra i quali BNL BNP Paribas, Intesa Sanpaolo, Unicredit, UBI Banca
Secondo l’International Data Corporation, gli investimenti in soluzioni blockchain in tutto il mondo raggiungeranno gli 11,7 miliardi di dollari quest’anno.
Le banche italiane stanno facendo ricorso sempre più all’uso della tecnologia blockchain. Ad oggi sono infatti circa 100 gli istituti bancari ad utilizzarla tra i quali BNL BNP Paribas, Intesa Sanpaolo, Unicredit, UBI Banca. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Rome Business School, istituto di formazione post-universitaria parte del network Formación y Universidades di De Agostini e Grupo Planeta. Secondo lo studio l’Italia sarebbe pioniere nell’utilizzo della blockchain grazie all’introduzione della procedura “Spunta”, che consente di effettuare una rendicontazione reciproca più fluida e sicura.
I vantaggi che comporta l’uso delle crypto valute e della blockchain hanno portato a molteplici iniziative a livello internazionale per integrare il mondo della blockchain a quello dei sistemi finanziari tradizionali. A livello europeo è l’Italia il paese pioniere nell’utilizzo della tecnologia blockchain, con il progetto “Spunta DLT” sviluppato dall’Associazione Bancaria Italiana nel 2020, che coinvolge una rete di più di 100 banche. Nello specifico, il sistema permette di intercettare automaticamente le transazioni non corrispondenti utilizzando un algoritmo condiviso, standardizzando il forum di comunicazione e consentendo una chiara rendicontazione delle transazioni tra le parti interessate. Inoltre, l’utilizzo di Spunta consente di effettuare registrazioni delle operazioni di riconciliazione su base giornaliera anziché mensile. Non solo: la Spunta permette alle banche italiane di partecipare a studi di una eventuale moneta digitale.
Di particolare rilevanza il caso di Intesa San Paolo, che analizza la tecnologia blockchain sin dal 2014. Nel 2019 la banca ha dichiarato che i costi di adozione della blockchain erano elevati e che il suo utilizzo “mainstream” era ostacolato da un quadro normativo disomogeneo, ma già nel 2021 ha evidenziato come la blockchain stia trasformando le “attività connesse all’emissione e negoziazione degli strumenti finanziari e rappresentano una importante opportunità di innovazione nella gestione delle attività finanziarie”
Secondo lo studio i principali vantaggi per i cittadini e le aziende dall’uso di queste nuove tecnologie stanno nella maggiore trasparenza ed efficienza, e nella riduzione dei costi, nello specifico: più protezione delle informazioni sensibili, pagamenti più sicuri, veloci e affidabili, minori costi di transazione per utenti e aziende. Un esempio sono le lettere di credito (LC): oggi il loro uso è suscettibile a frodi e ogni LC deve essere controllata manualmente dalle banche. Ora grazie alla blockchain, afferma Varun Bakshi, l’Head of Products and Transaction Banking di RBL Bank, le transazioni che prima richiedevano “5 giorni ora possono essere eseguite in circa 4 ore”.
Sono insomma molteplici le opportunità che l’uso di questi rappresenta, ma secondo gli autori svariate rimangono le criticità, tra queste: regolamentazione frammentata, difficile comunicazione fra sistemi, costi, utilizzo a fini criminali e come leva geopolitica.
Secondo Europol, circa 1.5 miliardi di euro in crypto monete vengono spesi ogni anno su piattaforme dark web per acquistare droga, prostituzione, attività illecite (Europol). A questo rischio si somma quello geopolitico. Dato che alcune materie prime sono per esempio quotate solamente in dollari americani (come petrolio ed oro), il rischio potrebbe presentarsi nel momento in cui un Paese produttore ed esportatore di una materia prima non accetti più pagamenti in dollari, ma solamente in crypto valuta, e ne abbia creata una ad hoc, escludendo così il Paese al quale vorrebbe infliggere un danno dall’utilizzo di tale asset. Inoltre, non sono da sottovalutare possibili attacchi informatici mirati a rallentare o intaccare i “nodi” della blockchain con l’obiettivo finale di rendere il sistema blockchain inutilizzabile, anche se in una finestra temporale momentanea.
“Gli organi regolatori devono prendere in considerazione questa possibilità, essere pronti a eventuali risposte o piani di emergenza, specialmente a fronte degli eventi recenti dove sanzioni e “guerra finanziaria”sono utilizzati all’ordine del giorno” ha commentato Alessandro Villadei, Docente del Master in Finance e Analista Finanziario Indipendente.
Nonostante i pericoli, la blockchain mira oggi a coinvolgere tutte le industrie a livello mondiale per cui non sorprende infatti la forte crescita degli investimenti in soluzioni blockchain in tutto il mondo, che secondo l’International Data Corporation (gennaio 2022) raggiungeranno gli 11,7 miliardi di dollari quest’anno.
La Rome Business School ha pubblicato la ricerca “Il sistema bancario italiano e le nuove sfide della Blockchain e delle Crypto valute: rischi e opportunità”Il sistema bancario italiano usa la tecnologia blockchain già dal 2020, ad oggi sono circa 100 gli istituti bancari ad utilizzarla tra i quali …
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.
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