JP Morgan apre ai bond India: un Etf per cogliere il nuovo equilibrio
I titoli di Stato indiani verranno aggiunti al Global Bond Index-Emerging Markets di JP Morgan. Come avverrà questa inclusione e quali saranno gli effetti?
Un mercato molto esteso, in rapida crescita e la quinta più grande economia al mondo, davanti al Regno Unito. Così può essere presentata in breve l’India. Eppure fino ad oggi risultava per lo più inaccessibile agli investitori stranieri. Il 22 settembre è arrivata la notizia che i titoli di Stato indiani (Igb) verranno inclusi nella famiglia degli indici Global Bond Index-Emerging Markets (Gbi-Em) di JP Morgan a partire dal prossimo giugno. Un cambiamento radicale, che permetterà alla Tigre di conquistare progressivamente uno spicchio sempre più ampio del mercato.
Da zero a cento: il processo di inclusione
Il processo che ha permesso agli Igb di essere inseriti nel paniere di JP Morgan non è stato rapido, eppure appena è stato dato l’annuncio, l’attenzione degli investitori di tutto il mondo si è subito volta a Oriente. Il solo annuncio ufficiale dovrebbe portare in dote un aumento considerevole dell’interesse e della partecipazione nel mercato.
Ma attirare l’attenzione non basta, prima dell’inclusione effettiva sarà necessario, secondo Legal & General Investment Management (LGIM), preparare il mercato: “Durante questa fase, i principali investitori, i fornitori di indici e i partecipanti al mercato lavoreranno a stretto contatto per definire i criteri specifici di inclusione, cercando di garantire una transizione senza intoppi”.
L’inclusione vera e propria inizierà a giugno 2024 con un peso iniziale nell’indice dell’1% che crescerà, di mese in mese, raggiungendo un peso totale del 10% a marzo 2025, la stessa quota che al momento spetta a Cina e Indonesia. Un approccio simile può andare a favore degli investitori, concedendo ai mercati il tempo per adattarsi al cambiamento nei flussi e evitando brusche correzioni.

Source: LGIM & JPM Data as at 31 Aug 23.
L’ammontare dei titoli di Stato indiani in valuta locale arriverà, nel giro di 10 mesi, a valere 330 miliardi di euro, distribuiti in 23 diversi bond.
Dopo l’inclusione, gli investitori che seguono l’indice Gbi-Em dovranno allocare una parte dei loro portafogli agli Igb e questo porterà automaticamente afflussi molto significativi.
Lee Collins, Head of Index Fixed Income di LGIM, ha sottolineato come, “considerando che l’attuale patrimonio in gestione che segue l’indice Gbi-Em Global Diversified è di circa 220 miliardi di dollari, si può prevedere che circa 22 miliardi di dollari approderanno sul mercato indiano”.
Nuovo mercato, come entrarci?
Ora che la tigre si è guadagnata il suo posto nell’indice obbligazionario di JP Morgan, che potrebbe essere solo il primo tra molti, gli investitori devono capire come entrare e le opportunità che questo nuovo mercato offre. Se acquistare direttamente titoli di Stato indiani permette di selezionare le singole obbligazioni che seguono le caratteristiche e le esposizioni ricercate dall’investitore questo potrebbe essere molto complicato, gli Etf offrorno un’opzione ben più semplice, conveniente e diversificata.
In linea con questa idea, LGIM annovera nella sua gamma prodotti l’L&G India INR Government Bond UCITS ETF, il primo Etf in Europa in grado di offrire un’esposizione dedicata ai titoli di Stato indiani in valuta locale.
Per avere un’idea più precisa sul percorso di inclusione obbligazionaria dell’India e dei flussi negli Etf correlati, si potrebbe osservare il percorso della Cina che, proprio come la Tigre, è avvenuto nell’argo di dieci mesi, arrivando al peso totale del 10%. E, come si vede dal grafico, nei due anni subito successivi all’inclusione, i flussi netti annunciati sono stati di oltre 15 miliardi di dollari.

Che si vede a questa inclusione come una grande opportunità o semplicemente una conseguenza dell’espansione del mercato indiano, non ci sono dubbi sul fatto che la Tigre stia guadagnando sempre più terreno come economia globale di punta e questa novità porterà, già nel breve termine, a un aumento degli investimenti esteri. “Proprio come la Cina è stato il driver di crescita per antonomasia del decennio scorso, riteniamo che l’India si stia rapidamente affermando come il driver del prossimo”, conclude l’esperto.

