Il meccanismo del calo del fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019 potrebbe essere sostituito da un calcolo sull’intero semestre (il primo)
Possibile l’estensione degli indennizzi alle attività che non sono state colpite direttamente dalle chiusure, ma che risultano legate alle filiere coinvolte
Allo studio una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, volta a bloccare i 50 milioni di atti rimasti sospesi fino al 31 dicembre 2020
50 milioni di atti congelati fino al 31 dicembre
Allo studio poi una nuova rottamazione e il saldo e stralcio per le cartelle esattoriali, volti a bloccare i 50 milioni di atti rimasti sospesi fino al 31 dicembre 2020. Una valanga di avvisi di accertamento che potrebbero pesare su milioni di famiglie, lavoratori e imprese. “Sono tantissimi – ha dichiarato il viceministro all’Economia, Laura Castelli, a Storie Italiane su Rai 1 – metterebbero in difficoltà l’Agenzia delle entrate oltre che le persone”.
Gualtieri: “Pronto scostamento da 24 miliardi”
Il nuovo decreto economico, dunque, sarà alimentato da un ulteriore scostamento di bilancio, il quinto in dieci mesi. Stando a quanto confermato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al Corriere della Sera, sfiorerà i 24 miliardi di euro (un punto e mezzo di prodotto interno lordo), di cui circa tre miliardi per la sanità (incluso un miliardo e mezzo per i vaccini anti-covid) e oltre cinque miliardi per rifinanziare gli ammortizzatori sociali.
Confesercenti, ristori immediati o migliaia di imprese falliranno
Continua a risuonare, intanto, l’allarme delle associazioni. “Bar, pub, ristoranti e le altre attività del food sono al limite: senza ristori immediati, e ben più consistenti di quelli ricevuti fino a ora, migliaia di imprese falliranno. Già questo gennaio, molte non hanno riaperto perché prive della liquidità necessaria”, dichiara Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti. “L’emergenza economica del settore è già insostenibile. Prolungare ancora le restrizioni e introdurne di nuove vuol dire dare il colpo di grazia alle imprese”, aggiunge. Poi conclude: “Servono ristori adeguati: 3mila o 4mila euro a impresa, per giunta erogati con grande ritardo, non possono bastare. Se bar e ristoranti vanno chiusi per il bene di tutti, lo Stato garantisca sostegni consistenti a imprenditori e lavoratori e si faccia carico delle spese fisse, dalle bollette alle utenze”.

