Un’inflazione che rimane su livelli elevati più a lungo del previsto e che continua a erodere i risparmi e il potere di acquisto. Ma come stanno reagendo i consumatori? Quali sono le aspettative per i prossimi mesi?
Tra ottimismo…
La Banca centrale europea ha appena rilasciato i risultati del Consumer Expectations Survey di aprile in cui sono state analizzate le previsioni dei consumatori delle sei principali economie dell’Eurozona (Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda e Belgio).
L’inflazione si sta abbassando, ma molto più lentamente del previsto, proprio per questo ci si può aspettare che la Bce proceda con una politica rigida, optando almeno per un altro rialzo.
I consumatori rimangono comunque positivi: se a marzo le aspettative di inflazione a 12 mesi da oggi la prevedevano intorno al 6,3%, a maggio i dati la segnavano al 5,3%. In linea sono scese anche le aspettative per l’inflazione a tre anni che sono passate dal 4,3% al 3,8%.
E se “da un lato, la Bce sarà lieta di vedere che le aspettative si stanno normalizzando in linea con il calo dell’inflazione complessiva (che con il 6,1% è ben al di sotto del picco dell’ottobre 2022, pari al 10,6%), dall’altro lato, le aspettative rimangono ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, il che evidenzia che la bolla dell’inflazione è ancora in corso”, spiega Felipe Villarroel, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management.
Aria di ottimismo arriva anche dal mercato del lavoro, dove il tasso di disoccupazione previsto per i prossimi 12 mesi e la probabilità di perdere il lavoro negli immediati tre mesi continua a scendere.
Per quanto riguarda invece le aspettative di crescita economica, queste stanno migliorando con costanza dallo scorso ottobre, quando quasi il 50% degli intervistati prevedeva una contrazione dell’economia nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 20% pensava che l’economia sarebbe cresciuta. Ad oggi i pessimisti sono scesi dal 50% al 30%, mentre gli ottimisti sono aumentati dal 20% al 30%. Anche coloro che non prevedono alcuna crescita sono passati dal 30% al 40%.
… e timore
Il sole invece non è ancora arrivato se si guarda al reddito nominale, che continua a preoccupare gli investitori. L’aspettativa è che continuerà ad aumentare, ma molto lentamente nei prossimi 12 mesi. Se a marzo ci si aspettava una crescita dell’1,3%, questa è ora scesa all’1,1%. Il calo delle aspettative non si sta chiaramente muovendo con lo stesso ritmo tra tutti i consumatori, ad esempio le aspettative di quelli con il reddito più alto sono rimaste invariate.
In conclusione
La Banca centrale europea continua a stare sull’attenti, considerando soprattutto che le aspettative di inflazione sono ben al di sopra del target pre-definito, ma “riteniamo che vi siano prove crescenti del fatto che la politica monetaria si stia effettivamente facendo strada nell’economia reale”, sostiene Villarroel. Infatti i timori di una crisi energetica che sembrava imminente, si sono tradotti in prospettive economiche favorevoli e gli standard di prestito si stanno inasprendo. Con la prospettiva che l’inflazione continuerà a muoversi, anche se molto lentamente, verso il basso, immaginare un atterraggio morbido è sempre più realistico.
Tenere sempre sott’occhio le aspettative dei consumatori deve però rimanere una priorità, “in quanto rappresentano un elemento chiave per il sentiment, che a sua volta è un fattore determinante per il momentum del mercato”, conclude l’esperto.
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